Ho letto che studiosi insigni sostengono che il partner ideale, quello giusto, quello che cambia i pannolini e si sveglia di notte se il bimbo piange, quello che sa ascoltarti pure quando deliri, che non è gelosa se esci con una tua ex, che ti fa vedere la partita e anzi la vede con te, questa specie di creatura mitologica, metà Cameron Diaz e metà Margherita Hack, e con le due metà al punto giusto, questo mix tra Luca Argentero e Pablo Neruda, spunti al quinto tentativo.
Il partner ideale viene dopo il quarto.
Sono studi empirici, con esperimenti sul campo. C’è da crederci.
Appena ho appreso la notizia, riponendo una grande fiducia nella scienza, ho lasciato immediatamente Francesca.
Si, la amavo, ma perché perdere tempo con una quarta? Una quarta abbondante, non male, per carità, ma non era la quinta. Stava dietro le quinte, si direbbe.
Mi piaceva molto Laura. Sarebbe stata la quinta della mia vita, se si esclude un flirt delle elementari, ma credo che per gli studiosi quel tipo di relazioni non siano contemplate.
Anche io le piacevo, me lo confessò con mio gaudium magnum.
È latino, non c’entra il magnum mangiato all’intervallo del film al cinema Gaudium.
Solo che si palesò un grave problema.
Io per lei non ero il quinto, ma sarei stato il quarto.
Provai a contattare gli studiosi in questione, per vedere se una quinta e un quarto andavano bene, se il quattro poteva entrare nel cinque, senza che il resto avesse compromesso la buona riuscita della nostra unione.
Ma non mi rispose nessuno.
Quando ti servono, sti scienziati non si trovano mai.
Laura ebbe un’idea. Un’idea sulla quale io ebbi qualche perplessità.
Lei si sarebbe concessa ad Armando, uno storico corteggiatore, e poi sarebbe venuta con me, che nel frattempo ovviamente avrei dovuto attenderla, per non andare avanti nella numerazione attipo salumeria.
Lei si mise con Armando, e quando io, dopo due mesi, le chiesi di lasciarlo, per sancire il successo della nostra unione perfetta, lei obiettò, disse che non si poteva fare così repentinamente, che gli scienziati se ne accorgono che vogliamo pigliarli per il culo.
Mi disse di non essere impaziente, e soprattutto di non accoppiarmi con nessuna, altrimenti avrei alterato anni e anni di ricerche empiriche di dotti studiosi della materia.
Dopo altri otto mesi Laura mi chiamò, e io non stavo nella pelle per la felicità.
Mi disse che era sorto un problemino.
Che problemino?
Nulla di che, solo che Armando era partito per un viaggio di lavoro, e lei aveva dovuto chiamare il tecnico della caldaia per un mal funzionamento.
Il tecnico era una persona assai garbata, gentile e disponibile.
Forse fu troppo disponibile, perché si era fottuto il mio numero cinque.
In buona sostanza io avevo in mano il numero sei, alla faccia della scienza.
Laura piangeva, diceva che non avrebbe voluto che fosse finita così, che era un peccato dovere accantonare tutti i nostri progetti per un caldaista bonazzo.
Le dispiaceva anche lasciare Armando non per me, ma per il caldaista, che tra l’altro pare avesse avuto un sacco di donne, per cui la faccenda del quinto compagno andava a donnine allegre.
Alla fine Laura, tramite un cugino di Cosenza ricercatore al Cern, era riuscita a contattare uno degli autori della ricerca sul quinto, ottenendo una deroga alla teoria del numero cinque perfetto.
Una specie di corollario alla teoria, che non sarebbe andato ad inficiare l’impalcatura della ricerca. L’eccezione alla regola recitava pressappoco così: “Data una situazione di coppia, una trombata occasionale con un tecnico venuto a domicilio e/o chiamato per la bisogna, sia esso caldaista e/o idraulico, e/o fontaniere, e/o antennista, non è da considerarsi come numerabile tradizionalmente, bensì una sorta di 4 bis, per nulla indicato come compagno perfetto nella vita. In fede, ricercatore dell’uomo e/o donna perfetta numero due.”
Laura fu molto contenta, intanto perché occasionalmente potè incontrare ancora il caldaista senza per forza doverla considerare l’unione della vita, e poi perché io sarei sempre stato in pole position come quinto perfetto.
Adesso è trascorso un anno e mezzo, Laura aspetta il secondo figlio e io l’attendo ancora.
Anche se ho sentito parlare di una cosa che mi inquieta un minimo.
La cessione del quinto.
Ne sapete parlare?