futuro

me-stesso

Caro futuro me,

ho appena saputo di una nuova tendenza degli “youtuber”, ovvero quella di mandare una video lettera a sé stessi nel futuro. Certo, loro hanno un’età media di 20 anni, e tu rischi di non leggere mai questa lettera, e mentre scrivo fatico a tenere le mani sulla tastiera, per pura scaramanzia.

Io non la recito, ma te la scrivo, qualora non ricordassi, tra un tot di anni, che ti dilettavi a scrivere con discreti risultati.

Purtroppo il boom di internet, dei blog e dei social, ti ha sorpreso quando eri già adulto, altrimenti, lo dico senza che ci sia rischio di controprova, avresti avuto una bella carriera come autore, scrittore, umorista.

Comunque ti ricordo che non ti sei mai lamentato, consapevole che c’è sempre un destino parallelo peggiore, giusto per non vivere nello scomodo ruolo del rimuginante. E poi c’è tempo…

Certo, più che scrivere io una lettera a te, sarebbe stato carino che lo facessi tu, giusto per dirmi cosa sto sbagliando e cosa no. Se la strada intrapresa è giusta, cosa mi fa perdere tempo e cosa meriterebbe maggiore attenzione e impegno. Ma tu non ti degni, dall’alto della tua anzianità, di darmi notizie, e io devo sbrigarmela da solo.

Grazie davvero, eh?

Vabbè, io ti posso dire di continuare così, di selezionare sempre, di scegliere ciò che ti sembra bello, che ti fa stare bene, crescere, divertire.  Stai con chi sorridi, guarda occhi pieni di cose, stringi mani morbide, bacia con generosa parsimonia.

Se sarai un anziano felice, vorrà dire che io ho fatto tutto questo, e non vedo ragioni perché tu non debba fare altrettanto.

Allora meglio dirti cosa non dovresti fare: non smettere di fare sport, che io sto pagando due anni di pigrizia, non cominciare a fumare, non avere le mani bucate, non litigare sui social.

E  questo è facile: basta non parlare mai di calcio, dei grillini, di Renzi, dei vegani (ci sono ancora i vegani da voi?) e degli animalisti. Poi arriverà ugualmente il cretino a dirti cosa avresti dovuto pensare, ma quello può scivolarti come acqua su piume d’oca.

Mi verrebbe di chiederti un sacco di cose, ma mi ignoreresti come hai fatto finora.

Sei single o c’è qualcuno accanto a te? La Roma ha vinto un cazzo di scudetto? Dimmi che è scoppiata un’altra calciopoli e la juve è di nuovo in B! Zamparini ha venduto il Palermo? Di Maio è ancora presidente del consiglio?

Ahahaha, scherzavo, non dirmi che ci sei cascato.

Non lo è, almeno ancora.

Vorrei avessi imparato a vivere al cento per cento, o magari al novanta, va bene uguale. Perché sai, la vita è puzzona, e raramente concede seconde possibilità.

Dimmi se hai scritto un romanzo, se scrivi per il teatro o la tv, se esiste ancora Porta a porta, se hanno inventato un nuovo tipo di carbonara, o se magari ti sei ritirato in campagna a coltivare fave.

Che poi sarebbe curioso, visto che le fave non ti sono mai piaciute.

Lo vedi?, continuo a farti domande inutili, invece di dirti cosa fare, come vivere, cosa evitare.

Ma poi chi sono io per dirti cosa fare nel futuro?

Gli errori sono il nostro pane quotidiano, e l’esperienza non è altro che il nome che diamo a nuovi sbagli.

Fai ciò che credi, e continua così.

Amo i tuoi difetti.

Ma non te ne approfittare, però.

Ci si vede, a tra un bel po’.

Tuo

Te

tempo-che-sfugge

 

  • Buongiorno dottore. So che lei si occupa di disturbi della memoria.
  • Dice? Non ricordo.
  • Non faccia lo spiritoso, la mia situazione è seria. E unica.
  • Stia tranquillo, la memoria è come un muscolo. Va esercitata, e se la trascuriamo si atrofizza.
  • Per me è diverso.
  • Adesso vediamo. Le farò una serie di test mnemonici per valutare l’efficacia della sua memoria.
  • Dottore, ma io lo so già. I miei ricordi sono eccezionali.
  • E allora perché si lamenta?
  • Io ricordo con impressionante dovizia di particolari fatti accaduti decine di anni fa.
  • Mi faccia capire. È questo il suo disturbo allora?
  • No, non è questo. Il mio problema è un altro. Non ho memoria del futuro.
  • Buona questa. Vedo che non sono solo io che faccio lo spiritoso.
  • Dottore, mi stupisco di lei. La memoria non è solo passato. È anche ricordare i propri progetti, gli appuntamenti, gli impegni, le ambizioni…
  • In questo caso lei non ha problemi di memoria. Semplicemente ha voglia di vivere alla giornata. Succede, sa?
  • Fuori strada. Io tengo famiglia, un buon lavoro, e sono anche discretamente benestante.
  • Forse si vuole godere il presente, e non pensare troppo a ciò che verrà. Non è grave, amico mio.
  • Dottore, io non cosa devo fare domani. Ma che dico domani? Io non so cosa mi aspetta uscendo fuori di qui. Non riesco a prendere un appuntamento perché lo dimentico, non posso andare da dentista se non facendogli una sorpresa, se al telefono mi dicono “ci sentiamo domani”, dopo pochi secondi non ricordo più questo messaggio.
  • E ricorda però la telefonata?
  • Si, tutto. Escluse le informazioni che riguardano il futuro. È come se la mia mente filtrasse e scartasse tutto quello che riguarda le cose ancora da accadere.
  • Eppure riesce a vivere. Le cose le fa, mi pare di capire.
  • Le faccio, dottore. Vado a cena fuori perché mi ci porta mia moglie. Non posso prendere impegni, dimentico anche di scrivermeli sull’agenda, ho un rifiuto totale. Ma non sono un nostalgico, non sto lì a pensare sempre al passato. Diciamo che sono concentrato sul momento che sto vivendo. Non so se lei mi possa capire davvero. Temo che non mi possa capire nessuno.
  • Ci sto provando. In ogni caso non è un problema che posso risolverle io. È evidente, come lei stesso sa, che la sua mente ha operato una scelta. Vive come se non ci fosse un domani, il sogno di molta gente.
  • Non è così bello. La vita è piena di cose da fare nel futuro. Magari anche solo nel futuro recente, senza bisogno di grandi ambizioni e programmi. Ma io rifiuto pure quelli. Mia moglie non può chiedermi di andare a comprare il pane, non posso pensare di andare a vedere un film che mi interessa. Non che non ci vada, ma proprio non posso pensarlo. È un incubo, altro che sogno. È l’assenza di sogni.
  • La memoria del futuro. Interessante prospettiva…
  • Si, ma io non sono qui per farmi studiare. Io voglio guarire, sperare in una bella giornata a venire, sognare un week end meraviglioso, fremere per un’attesa eccitante, coltivare ambizioni piccole e grandi. Il mio oggi è una gabbia. Mi liberi, dottore.
  • Lei questa gabbia se l’è costruita da solo, egregio signore. Se ci fosse solo e sempre un oggi forse non moriremmo mai, non andremmo incontro a sorprese, né brutte ma neppure quelle belle che lei non si concede nemmeno il lusso di sognare. Lei non ha attivato un meccanismo di difesa, lei è di per sé un enorme meccanismo di difesa.
  • E cosa mi consiglia di fare?
  • Si compri un agenda, e cominci da subito, ora, per intenderci, a scrivere tutto quello che vuole fare. Si sforzi a pensare all’oggi moltiplicato all’infinito. Metta insieme una serie di “hic et nunc”, di cose che le piace fare. Poi si svegli la mattina e apra quell’agenda. Quelle cose che lei avrà scritto si chiamano vita. Alcune le farà, altre le manderà a quel paese, ma almeno si sarà proiettato avanti.
  • Per lei è facile a dirsi.
  • E per lei sarà facile a farsi. Perché invertirà il meccanismo. Non dovrà pensare al futuro, lo scriva. Lo trasformi in presente, lo guardi in faccia, lo prenda anche in giro, se è necessario. Senza neppure accorgersene vedrà che se lo sarà messo alle spalle.
  • Non lo so dottore, fatico pure a seguirla su questo ragionamento.
  • Lo so, la sua mente si chiude. Ma si sforzi, in fondo lei il passato lo padroneggia con disinvoltura. E allora inverta il tempo.
  • In che senso?
  • Si compri un’agenda dello scorso anno, scriva le cose già fatte e li viva come impegni. Si programmi una cosa bellissima che ha già fatto, riviva una festa già avvenuta, un viaggio meraviglioso trascorso.
  • Dottore, lei non sta bene.
  • Ma sì, prenda alla lettera il concetto di ingannare il tempo. Lo capovolga, progetti di sposare sua moglie, di fare figli già nati, di vedere film già visti.
  • Sposare di nuovo mia moglie? Lei è un sadico.
  • Sono certo che un tuffo completo nel passato le farà tornare la voglia di cose nuove, di giorni da scrivere, di attimi da vivere con l’incertezza dell’ignoto.
  • Mah, non è che mi convinca tanto. Ci proverò.
  • Lo vede, già ha coniugato al futuro. Stiamo migliorando. Anzi: migliorerà.
  • Me lo auguro. Se così vorrà dire che avrò speso bene i soldi che le ho già dato.
  • No, veramente ancora non mi ha pagato.
  • Ho capovolto il tempo, dottore. Le ho dato un assegno nel passato, non ricorda?
  • Non esageri. Me lo dia adesso. Subito, così non lo dimentica.
  • Va bene. Tenga.
  • Ecco, lo vede che sta guarendo? Ci vediamo tra un mese, mi faccia sapere.
  • Eh, no!
  • Giusto, ci vedemmo un mese fa, se lo scriva.
  • Grazie dottore. Sia stato bene!